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Goffredo Godi è un anziano e sapiente pittore, un «maestro» nel senso più profondo. Perché ha cominciato giovanissimo, formandosi alla illustre scuola di un artista dell'avanguardia quale Emilio Notte, dunque approdando a un'esperienza astratta e al secondo futurismo, infine ripredendosi l'iniziale vocazione al figurativo, e soprattutto al paesaggio. Ma ha pure insegnato, a lungo, nei licei artistici di Napoli e di Roma, insomma ha formato tanti giovani col suo gesto lento, con la cura maniacale che usa nel riporre i colori e pennelli in una cassetta di legno che s'è costruito da solo, con la caparbia ricerca di quel quid, di quel filo elettrico e sensato che c'è nella natura - sia una duna sabbiosa, sia un cespuglio, sia una fontana.
È un ostinato pittore da cavalletto, Godi. Uno che quando «viene la stagione» - da marzo a novembre - se ne va in giro per dipingere en plein air. E non importa quanto il soggetto sia illustre: può essere uno scorcio di mare tra i fossi di Torvajanica, il greto del Tevere, i palazzoni del Tiburtino, le case di Procida, ma anche la settecentesca Villa Carpegna, recente nuova sede della Quadriennale (dove peraltro Godi ha più volte esposto) o i giardini del Quirinale, ultimi scorci prediletti. Una carrellata di paesaggi su tele pressoché tutte della stessa dimensione, quel formato 40X60 che l'artista a fine giornata può agevolmente riporre nella vetusta e gloriosa cassetta per poi tornarsene, con l'autobus, a casa. Vividi i colori, i verdi e gli azzurri. E guizzante il segno, linee spezzate, ad angolo, zigzaganti, a scavare dentro le cose per trovarne un senso, per rispondere impulsivamente «alla difficoltà di strappare alla natura i suoi segreti» , come ha osservato Gino Agnese, presidente della Quadriennale.
Mi disse un tramonto d'estate Godi, mentre dipingeva su una spiaggia vicino Roma: «Vede, in questa sabbia informe, calpestata com'è da tanti bagnanti, io cerco un ordine. Miliardi di granellini grigi s'ammassano razionalmente, come in un'armonia. È questo il bello dentro la natura» . Goffredo Godi, col suo occhio tenace e sapiente, lo cerca ogni giorno.
Lidia Lombardi
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