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Ma pur operando tra i confini sicuri di un universo prescelto, il
conseguimento dell'optimum,
o del miglior risultato possibile, resta tuttavia un'avventura: inebriante
sì, ma incerta fino all'ultimo, e sfibrante. Le nuvole corrono nel cielo, le
foglie e i fiori secondano percettibilmente i giochi del sole e del vento, la
luce si dona alle colline con grazia imprevedibile, le ombre si allungano e si
scorciano vicino al cavalletto e più lontano, dove la solita siepe leopardiana
qualcosa dal guardo esclude. E Godi, pittore en plein air, ha un bel daffare nella scena
mutevole della natura; la quale le si offre come ineguagliabile seduzione, come
ineffabile ispirazione, ma anche come termine dialettico, come avversaria che non
vuole farsi catturare, perché essa è matrigna e dominatrice (ancora Leopardi) e
dunque non accetta d'essere imprigionata in un rettangolo di tela.
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