Paesaggio calabrese
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Godi cerca di realizzare delle opere sul filo dell'ovvietà quotidiana fino al limite del sentire espressivo.
Il vivace desiderio di fare (arte dal vero), il recupero e la riproposta dei sentimenti, dunque;
il bisogno di credere in una nuova verginità dell'arte: ecco quello che stimola il suo lavoro;
la sua ricerca autentica, l'ansia ostinata e naturale per giungere a dare agli altri un segno del suo lavoro,
un poco della sua vita. La vicenda artistica di Goffredo Godi segui, dopo il '50, uno svolgimento analogo a quello
di molti fra gli esponenti della sua generazione: all'inizio una revisione di valori acquisiti da una parte, e delle
proposte della cultura europea dall'altra; e quindi la progressiva definizione di un proprio stile, una crescita continua,
per Godi, quasi logica nella sua coerenza. Ancora oggi è dato riconoscere, al fondo di certe tensioni coloristiche,
dietro alcune abbreviazioni formali, soprattutto nell'aria "astratto-futurista cubista-realista" dei suoi dipinti,
una origine che si chiama Emilio Notte.
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