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L'allusività degli archetipi figurativi sostiene e riconnette le eleganti modernissime « fughe » di GOFFREDO GODI. Il flusso memoriale è sopraffatto, a prima vista, da un gioco alterno di convergenze e di elusioni. di ritmi meramente strutturali, condotti alla soglia dell'arabesco, e di luminose espansioni ottiche. Ma Godi conosce il senso della propria partecipazione e del filtraggio operato attraverso le sollecitazioni eclettiche dell'informale: c'è un vitalismo esaltante, c'è un'intima forza in Questi dipinti, che ripropongono con personale incidenza, nel respiro ciclico - ovalizzante dell'immagine, la più alta eredità matissiana. L'artista è in linea con gli esiti di un temperamento che è indotto ad umanizzare l'invenzione, riconvogliando il colore, per sottili accordi, ad una funzione evocatrice; parallelamente, senza dubbio, alla sapienza di questo effetto musivo, che ritrova oltre il festoso contrappunto delle tarsie una lucida consistenza di verità.

Renato Civello


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