Godi è Nato ad Omignano ed ha trascorso la sua infanzia a Resina, ai piedi dello "sterminator vesevo", proprio vicino all'antica città di Ercolano, sul litorale più bello del golfo di Napoli, sotto un cielo terso come mai altrove.
Legato a Portici, quella stupenda terra vesuviana ricca di ricordi, non sempre spensierati dell'infanzia, ove tra gente umile del posto è possibile ritrovare caratteri, i tipi, udire le voci del proprio ambiente familiare che sopratutto riescono a tenere desto il ricordo della propria mamma che lo avviò allo studio e all'amore per l'arte.
Godi non è inserito, né intruppato in alcuna corrente artistica. Egli opera liberamente pur rispettoso della tradizione in una sorta di "continuità evolutiva".
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Il nostro artista riesce ad esprimere senza drammi la realtà alla quale aderisce filtrandola attraverso esperienze neo-cubiste.
I suoi paesaggi vesuviani sono ricchi di mito, di colore, di luce pur espressi con sintesi e immediatezza.
Una nota dominante è l'essenzialità dei segni nella definizione plastica che ci offre un mondo laborioso e semplice.
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Quella che Godi propone è un'arte moderna che non si assoggetta ad elementi extra-artistici, né rinuncia all'elemento umano in favore di potenze estetiche non artistiche, perché è arte "vera".
Con questo non voglio dire che la vera arte possa esistere solamente entro le correnti conservatrici dell'arte moderna perché sarebbe sbagliato allo stesso modo se si volesse escludere che anche da queste correnti possa venire fuori arte "vera".
Se da un lato c'è un degenerare nel conformismo della pittura moderna, c'è dall'altro il processo, lento nel prendere quota, di un gusto nuovo, universale, esteso a tanta parte del mondo moderno.
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Ho rivisto ed ho ammirato, con tanta commozione l'uomo e le opere che ricordano le città, i colori, i caratteri, le voci della mia gente che ho da un pezzo abbandonato spinto, per così dire, a vita nomade.
Godi, noncurante delle novità e delle sperimentazioni, prosegue con coerenza il proprio lavoro cominciato tanti e tanti anni orsono quando giovanetto ebbe la ventura di essere allievo di Emilio Notte.
Ora continua, con umiltà, offrendo il frutto maturo, pregiato, della propria esperienza, sensibilità ed elaborazione in un insegnamento fatto di ideazione ed espressione equilibrati.
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Le sue tele sono: "paesaggi" ricchi di colore e di luci espressi con sobrietà ed immediatezza; "maternità" e "fanciulli"; ricordi non sempre lieti della fanciullezza ove le notazioni umane si trasformano in aneddoti; un mondo di semplicità e di lindore ove tutto assurge a poesia.
Testimonianza dell'ottimo e finissimo pittore e soprattutto del suo inconfondibile e commovente mondo poetico.
Ma l'incanto si realizza a pieno nelle composizioni deserte di presenze che, con effetti cromatici sapientemente disciplinati e sorvegliati, e con segni ridotti all'essenziale, narrano sotto voce, appena bisbigliando, lunghe e patetiche storie che ridestano tante memorie.
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" ...le sue opere sono poemi, - scriveva Boudelaire di Delacroix -, grandi poemi concepiti con l'ingenuità del genio... la natura è un vasto dizionario del quale svolge e consulta le pagine con occhio sicuro e profondo; e questa pittura, che nasce soprattutto dal ricordo, parla soprattutto alla memoria ".
So di essere misurato e comunque nel giusto proponendo di "girare" questo giudizio al Maestro Godi, vesuviano, come me, di adozione.
Antonio Colasanto
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