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![]() In questi ultimi anni la pittura napoletana ha mostrato un risveglio valutabile più sul piano dei rapporti in campo nazionale che su quello della situazione interna, pressoché stazionaria. Non è una sorpresa, per chi vive sul posto, riscontrare come alcuni pittori qui nati ed operanti siano meglio conosciuti fuori che a Napoli. È fenomeno questo che investe, sotto certi aspetti, tutta la situazione artistico-culturale della nostra città, ma che si risente maggiormente nel campo delle arti figurative. Una tradizione falsata dall'amore per il pittoresco, il bozzettistico, il dialettale rende estremamente disagevole, se non addirittura impossibile, la strada a quei giovani desiderosi di fissare lo sguardo su panorami più vasti che non siano quelli angusti della provincia nella quale vivono. Pure, in questa atmosfera di soffocante torpore, qualcosa di nuovo incomincia a muoversi. Lentamente si va formando la sensibilità del momento ed i tentativi, le ricerche, le esperienze finiscono, qualche volta, per giungere a buoni risultati. È questo il caso di Goffredo Godi tra i più favoriti pittori che Napoli possa presentare. ![]() Fino a qualche anno fa gli si poteva dare atto della sua ottima preparazione tecnica effettuata alla scuola di Emilio Notte, ma il travaglio della sua formazione di artista non lasciava valutare pienamente i risultati del suo lavoro. Oggi Godi ha messo a frutto il valore di quegli insegnamenti ed i risultati delle sue ricerche. La strada che il pittore si è scelta ci sembra la più convincente, anche in relazione al suo temperamento di acuto osservatore del mondo visibile e di artista, che pure non mostrandosi insensibile al fascino del colore non saprebbe trascurare il valore della forma. Godi, allo stato attuale, è un pittore che sente viva la presenza dell'istanza sociale nei suoi problemi artistici ma non vuole cedere al falso miraggio delle formule neorealistiche, né potrebbe, per la suaccennata sua preparazione antiaccademica. La sua pittura vuole essere fuori da ogni cifra di parte, libera e spiegata, per la realizzazione di un discorso schietto e nuovo intorno a quel mondo di gente umile e buona, nel quale ha vissuto e tutt'ora opera e vive. Domenico Spinosa |
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