Goffredo Godi è, nato a Omignano, in provincia di Salerno, il
25 agosto 1920 e dal 1971 vive a Roma, dove ha lo studio.
Per gran parte della sua vita è vissuto
nell'orizzonte vesuviano: a Portici, a Ercolano e a Napoli,
dove si diplomò all'Accademia delle Belle Arti, allievo di Emilio
Notte. Dal 1952 al 1979 ha insegnato discipline pittoriche nei
Licei Artistici di Napoli e di Roma. Dal 1969 fa parte dell'Accademia
Fiorentina delle Arti del Disegno. Ha allestito una ventina
di mostre personali in numerose città e ha esposto in importanti
rassegne nazionali, tra le quali la Quadriennale di Roma.
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Nel 1935, vista la sua inclinazione per la pittura, Goffredo
Godi fu iscritto dalla famiglia alla Scuola d'Incisione su Corallo
"Maria Josè del Belgio", a Torre del Greco, dove ebbe per maestro
Giuseppe Palomba uno degli allievi prediletti di Cammarano.
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Prima ancora di compiere vent'anni Godi fu chiamato alle armi
- era il marzo 1940 - e allo scoppio della guerra in giugno,
era con il 67° Reggimento di Fanteria della Divisione "Legnano"
sul fronte occidentale, Monginevro. Successivamente fu destinato
al fronte greco-albanese; e quindi dopo una sosta in Ospedale
Militare, nuovamente al fronte occidentale; finché nel settembre
1943 fu fatto prigioniero dai tedeschi a Grasse, il paese di
Fragonard.
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La prigionia durò due anni, a Limburgo, nel Lager 12 A. Nell'autunno
del 1945 tornò a casa, a Ercolano; nel 1946 si iscrisse al corso
di pittura di Emilio Notte nell'Accademia di Napoli, legandosi
di amicizia soprattutto con un compagno: Armando De Stefano.
Nel '50 si diplomò e nel '52 cominciò l'insegnamento nel Liceo
Artistico, assistente di Domenico Spinosa. Da quegli anni data
la sua frequentazione di alcuni dei più distinti artisti presenti
a Napoli: il suo maestro Notte (che era stato tra i primi futuristi
a Firenze e a Milano) e poi Brancaccio, Ciardo, Giarrizzo, Corrado
Russo, Spinosa, Lippi, Colucci, Tatafiore, Pisani, Di Ruggiero,
Alfano, Eduardo Palumbo, Ruotolo, Mennella, Amoroso, Perez,
Barisani, Cecola, Venditti, De Palma e De Vincenzo.
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Goffredo Godi, anche sotto le armi, persino nel campo di prigionia,
non smise mai di dipingere, o disegnare. Nella sua pittura c'è
un brevissimo, giovanile entusiasmo per gli esponenti del Secondo
Futurismo, che gli derivò da un' esposizione viaggiante giunta
nel '37 fino ad Ercolano.
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E c'è una discreta sperimentazione astratta nella metà degli
anni Settanta. Ma in realtà Godi, dall'adolescenza a oggi, non
si è mai staccato da quella che nella varietà delle manifestazioni,
resta la sua fonte di ispirazione: la natura.
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Fra gli altri autori che in giornali, riviste, cataloghi, libri
hanno finora scritto di Godi:
Gino Agnese, Carlo Barbieri, Ferruccio Battolini, Michele Bonuomo, Remo Brindisi,
Angelo Calabrese, Lorenzo Canova, Carlo Fabrizio Carli, Vincenzo Ciardo, Renato Civello,
Antonio Colasanto, Costanzo Di Marzo, Nino D'Antonio, Mario D'Onofrio, Piero Girace,
Gino Grassi, Franco Grassi, Virgilio Guzzi, Arcangelo Izzo, Lidia Lombardi, Mario Maiorino,
Bonifacio Malandrino, Immacolata Marino, Italo Marucci, Dario Micacchi, Armando Miele,
Riccardo Notte, Giorgio Palumbi, Salvatore Pugliatti, Paolo Ricci, Giuseppe Russo,
Gaia Salvatori, Alfredo Schettini, Franco Simongini, Giuseppe Sciortino e Laura Turco Liveri. -
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